Cafè de la Paix, Parigi

Cafè de la Paix

Nel IX Arrondissement di Parigi, al n.12 di Boulevard des Capucines, si trova uno dei più antichi e famosi caffè della Ville Lumière: il Cafè de la Paix, dal 1975 monumento nazionale come l’edificio di cui fa parte.
Come l’Opéra che si trova poco distante è stato progettato dall’architetto Charles Garnier, uno dei protagonisti del periodo di rinnovamento urbanistico di Parigi attuato durante il Secondo Impero.
Napoleone III, durante un soggiorno in Inghilterra (1846-48), rimase colpito da come Londra aveva saputo ricostruirsi dopo il grande incendio del 1666 e decise che Parigi, dotata di un impianto di stampo medievale ancora alla metà dell’800, doveva rinnovarsi per divenire punto di riferimento come la metropoli inglese.
L’architetto Georges-Eugène Haussmann venne così incaricato di elaborare e attuare un imponente piano di ristrutturazione che, tra il 1852 e il 1869, comprese nuovi regolamenti urbanistici, nuove costruzioni, rifacimento della rete idrica e del sistema fognario interessando circa il 60% della città
Nacquero così fra l’altro i «grands boulevards» e gli Champs-Elysées presero l’aspetto attuale.
Il Caffè venne aperto nel 1862 come caffè del Grand Hotel de la Paix e l’imperatrice Eugenia di Montijo presenziò all’inaugurazione allietata da un’orchestra diretta da Jacques Offenbach.
I visitatori dell’Esposizione Universale del 1867 poterono così frequentare il Cafè de la Paix che, con l’inaugurazione della vicina Opéra nel 1875, divenne un punto di riferimento della vita culturale di Parigi e fu frequentato nel tempo da personaggi quali Cajkovskij, Massenet, Zola, Guy de Maupassant, Josephine Baker, Oscar Wilde.
Il Cafè è stato uno dei punti di riferimento della Belle Epoque e della “Generazione perduta” degli anni ’20 del XX secolo quando molti letterati e artisti angloamericani si stabilirono a Parigi: Francis Scott e Zelda Fitzgerald, Cole Porter, Ernest Hemingway, Gertrude Stein, Samuel Beckett, James Joyce, Henry James. A loro si unirono artisti come Amedeo Modigliani, Salvador Dalì, Luis Bunuel, Pablo Picasso, Man Ray e altri in un eccezionale periodo culturale il cui spirito si muove ancora tra i tavoli di diversi locali della Rive Droite della Senna.
Il Cafè de la Paix è entrato nella letteratura e nella musica. Nella “Ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust è frequentato da Robert Marchese di Saint-Loup en Bray mentre Franco Battiato, forse con riferimento a Georges Ivanovic Gurdjieff che frequentava il locale, gli ha dedicato una canzone contenuta nell’omonimo album.

Link: http://www.cafedelapaix.fr/fr/index.php